L’istantanea di questa mattina scattata durante il punto stampa dell’assessore Lopalco a margine dell’inaugurazione dell’hub in Fiera, fa riemergere la precarietà delle condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori della comunicazione.
Se la macchina organizzativa ha funzionato perfettamente per garantire la tutela alle persone che nei corridoi della struttura ricevevano i vaccini lo stesso non si può dire per le decine di giornalisti e fotografi presenti la cui unica responsabilità è sempre quella di cercare di svolgere il proprio lavoro.
E in tema di tutela della salute dei lavoratori più volte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, Piero Ricci, si è speso per invitare le istituzioni ad un confronto utile sul tema della pericolosità del rischio dei contagi che diventa esponenziale per talune categorie.
E allora chi arriva per primo nella corsa all’oro liquido che promette l’immunità?
Tra i fortunati a ricevere il prezioso dono gli avvocati, i magistrati ed il personale dei tribunali, salvo invitarli caldamente a lavorare da casa così, giusto per maggiore sicurezza, e che dire degli insegnanti e di tutti gli operatori delle attività parallele che ruotano intorno al mondo della scuola: vaccinati per restare a casa.
Per gli operatori dell’informazione non sono contemplate doppie tutele e così, alla precarietà del lavoro di una delle categorie maggiormente colpite e meno salvaguardate dai ristori si aggiungono i timori di contagio. E la situazione diventa, se possibile, ancora più ingiusta, se si tiene conto che tra gli stessi operatori della comunicazione esistono soggetti con particolari fragilità.
Preso atto che le categorie più vulnerabili, così come è emerso fin dai primi dati di mortalità a livello nazionale resi disponibili, sono gli anziani, stando ai dati del governo la prima battaglia l’abbiamo già persa: l’impietosa bilancia del numero dei vaccinati propende per le persone con meno di 70 anni,
La fascia d’età compresa tra i 70 e i 79 anni è la meno vaccinata in assoluto superata, per numero di vaccinazioni, addirittura dai ventenni.
E mentre le regioni hanno ricevuto pressione da tutti i presidenti degli ordini in quanto “tutti essenziali”, dalla Gimbe fanno sapere che la percentuale dei “vaccinati senza averne diritto” è del 16% del totale, vale a dire più di un milione di dosi donate come un anticipo di regalo di Pasqua agli amici degli amici.
La Fondazione Gimbe attraverso i suoi dati disegna un paese che, in piena terza ondata, non riesce a garantire un criterio di priorità ad un unico binario e secondo reali vulnerabilità. E questo succede in tutto il Paese, tristemente accomunato da un’impietoso fallimento.
Ciononostante nella certezza che la maggior parte della categoria ambisce a misurarsi con il modello Mattarella piuttosto che con quello Scanzi siamo sicuri che quest’esperienza ci lascerà importanti insegnamenti per il futuro, o no?
Bari, 24/03/2021
di Redazione