SCIOPERO AMAZON, FILT E CGIL PUGLIA: TURNI MASSACRANTI E ALGORITMI, PROTOCOLLO CON CONTROPARTI PER RISPETTO CONTRATTI E AUMENTO DIRITTI
Un esercito di circa 40 mila lavoratori che su tutto il territorio nazionale, ogni giorno e soprattutto durante questi lunghi e difficili mesi di pandemia, hanno garantito a tantissimi cittadini di ricevere in sicurezza i propri acquisti senza bisogno di uscire di casa. Sottoposti a turni massacranti, costretti – parliamo dei driver – fino a 44 ore settimanali controllati da un algoritmo che ha molto poco di umano e che elabora rotte che impongono al lavoratore di consegnare anche 180-200 pacchi al giorno. È questa la platea di lavoratori interessati dal primo storico sciopero in Italia nella filiera del colosso dell’e-commerce Amazon indetto dalle categorie Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
“Lo sciopero si è reso necessario perché c’è stata una totale chiusura da parte dell’azienda nei confronti di rivendicazioni basilari che abbiamo avanzato a livello nazionale durante alcuni incontri in videoconferenza con la parte datoriale Assoespressi”, spiega Giovanni De Lello, segretario regionale della Filt Cgil di Bari e Puglia, territorio che ha visto a marzo 2020 l’avvio di un hub Amazon nel comune di Bitonto. “I temi al centro della mobilitazione sono quelli dei ritmi di lavoro, al limite della sostenibilità, della sicurezza soprattutto durante questi periodi estremamente complicati, del lavoro domenicale che ormai viene considerato come un giorno qualunque, della gestione dei dati sensibili e delle scie digitali che i lavoratori tracciano durante la prestazione lavorativa, della richiesta di stipula di assicurazioni Kasco a tutela dei Driver, di un corretto premio di risultato, la clausola sociale che salvaguardi il posto di lavoro in caso di cambio appalto – prosegue De Lello -. E mentre i profitti del colosso di Seattle salgono alle stelle, i diritti dei lavoratori restano in secondo piano. Abbiamo inviato una lettera aperta qualche giorno fa ai cittadini chiedendo solidarietà per i lavoratori che operano nella filiera affinché dietro alla consegna a costo zero non passi l’idea che anche i diritti e la dignità di coloro che rappresentiamo non abbiano alcun valore”.
“Quello di oggi è uno sciopero a suo modo storico – aggiunge Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia -. Il lavoro governato e misurato nelle sue prestazioni dagli algoritmi crea dinamiche prossime al vecchio cottimo mentre il proprietario della società americana ha visto crescere la sua ricchezza nel 2020 di 67 miliardi di dollari, quasi 8 milioni di dollari all’ora, diventando la prima persona nella storia ad avere un patrimonio netto superiore a 200 miliardi di dollari. Di questo stiamo parlando: di chi durante la crisi si è arricchito, e di contro di chi ha permesso tutto questo e non si vede riconosciuti diritti minimi”.
Dentro i magazzini si lavora con ritmi pressanti, senza nessuna contrattazione di secondo livello, senza confronto con le organizzazioni sindacali. “I rapporti prevalentemente di natura precaria che pure a Bitonto sono utilizzati spingono i giovani ad avere timore di avvicinarsi al sindacato per veder rappresentati i propri diritti – continua Gesmundo -. Vi è un forte turn over tra i dipendenti che ad esempio sono stati utilizzati durante il lockdown della scorsa primavera, che ha visto crescere gli acquisti on line essendo tantissimi italiani costretti in casa. Non va meglio per i driver e almeno nel caso di Bitonto si ricorre a subappaltare le spedizioni a ditte che già lavorano nel settore. La tecnologia, la digitalizzazione dei processi, deve servire a migliorare la qualità dei servizi e anche del lavoro, non a ridurre ad automi i lavoratori. Non ci rassegniamo a questa condizione e stiamo lavorando a un protocollo da sottoporre alle controparti datoriali affinché la committenza si assuma la responsabilità del rispetto dei contratti nel settore dei trasporti – lì dove applicati spesso sono contratti pirata – così come assieme alle istituzioni proveremo a vincolare Amazon a un confronto con il territorio e in primis i sindacati, per una stagione di nuovi diritti e tutele, a fronte della ricchezza che questo lavoro determina per l’azienda”.
Bari, 22/03/2021
di Redazione