Arte e Spettacolo

MICHELE PLACIDO E ALVIA REALE IN PUGLIA CON “MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE”

 FOGGIA, 30 e 31 MARZO, TEATRO GIORANO  BARLETTA, dal 1° al 3 APRILE, TEATRO CURCI

Da domani, martedì 30 marzo inizia a Foggia il tour di Michele Placido che sostituisce Alessandro Haber in“Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, traduzione di Masolio D’Amico, con la regia di Leo Muscato, che rappresenta senza alcun dubbio la Grande Commedia Americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente “loro”: la storia di un sogno; la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. Lo spettacolo sarà al Teatro Giordano anche il 31 marzo (sempre alle ore 21) e si sposterà poi a Barletta dal 1° al 3 aprile (Teatro Curci, ore 21.15 venerdì e sabato e ore 18.30 domenica).

SCHEDA SPETTACOLO

Goldenart Production
Michele Placido, Alvia Reale 
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
traduzione di MASOLINO D’AMICO
con Michele Venitucci, Fabio Mascagni
con la partecipazione di Duccio Camerini nel ruolo di Charley
e con Stefano Quatrosi, Beniamino Zannoni, Paolo Gattini, Caterina Paolinelli, Margherita Mannino, Gianluca Pantosti, Eleonora Panizzo
scene Andrea Belli
costumi Silvia Aymonino
disegno luci Alessandro Verazzi
musiche Daniele D’angelo
regia LEO MUSCATO

Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller è senza alcun dubbio la Grande Commedia Americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente “loro”. Perché il Commesso colpisce così profondamente? E perché è così americano (ma allo stesso tempo, così internazionale: se ne registrano persino versioni russe e cinesi in chiave anticapitalista e anticonsumista)? Perché è la storia di un sogno; la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. Nella fiaba della farfalla e della formica, le simpatie vanno alla farfalla, benché questa venga sconfitta. E Willy Loman, sconfitto alla fine come la farfalla, non ha pazienza. È nato in un paese giovane e impaziente, forse figlio di immigrati; non ha radici, vuole salire nella scala sociale. Sogna a occhi aperti il successo facile, veloce. Il Commesso mischia verità e allucinazione, si svolge contemporaneamente sulla scena, sotto gli occhi del pubblico, e nella testa del protagonista, nella quale noi spettatori, a differenza dagli altri personaggi, siamo chiamati a entrare. Ne risulta una macchina di teatro che è rimasta appassionante e attuale oggi come ai giorni del suo debutto.

Bari, 29/03/22

di Redazione