LA ASL BARI SPIEGA IL FLOP DEL SISTEMA TELEMATICO MA URGE UN CONFRONTO STRUTTURALE CON LE ISTITUZIONI
La precarietà sembra essere l’unica condizione possibile per RSA e Centri Diurni che, sotto l’ala vigile dell’associazione di riferimento “Welfare a Levante”, rivendicano all’unisono diritti e riconoscimenti da troppo tempo negati dalla politica regionale.
Ad aggravare la situazione si mette per traverso la burocrazia ed un sistema telematico di pagamento che fallisce proprio nel momento in cui il riconoscimento delle spettanze avrebbe dato respiro ai gestori delle strutture e allentato la tensione generale.
“Continuano a scherzare con il fuoco” – commenta alla notizia Antonio Perruggini, presidente di “Welfare a Levante” – “le istituzioni regionali si ostinano a utilizzare il settore socio-sanitario come una banca dell’ente pubblico. E’ una vergogna per un settore che per i numeri che produce tra strutture ed assistiti (oltre 20.000 pazienti in tutta la Puglia ndr) riesce ad assicurare occupazione stabile per migliaia di lavoratori. Vogliono mettere le strutture in ginocchio riducendole alla fame e questo non glielo consentiremo. Vogliamo risposte ad horas in ordine a tutte le istanze che non sono più procrastinabili, diversamente procederemo con proteste clamorose” conclude Perruggini.
Tempestiva la risposta della Asl che nel giro di poche ore dal comunicato di protesta ha chiarito l’accaduto:
“La questione sollevata dalle associazioni di categoria riguarda le fatture di gennaio 2022.
E’ opportuno precisare che, a far data dal 1° gennaio 2022, è fatto obbligo a tutte le aziende e cooperative fornitrici di beni e servizi, incluse le prestazioni di servizi socio sanitari, di emettere fattura solo dopo l’emissione di ordini automatizzati da parte della Asl.
Essendo un nuovo obbligo previsto dal legislatore, tale adempimento ha generato alcuni ritardi nella emissione degli ordini, dovendo implementare una nuova procedura informatica; di questi ritardi, in ogni caso, era già stata data informazione ai legali rappresentanti delle strutture.
Tale disallineamento sarà comunque recuperato garantendo il pagamento delle prestazioni rese a gennaio entro i 40 giorni. Nei prossimi giorni saranno fornite dagli uffici preposti istruzioni operative per la tempestiva emissione delle fatture.”
Nei giorni scorsi il presidente Perruggini aveva convocato un tavolo aperto alle rappresentanze istituzionali proprio per avviare un sano e proficuo confronto sulla base di un piano di proposte concrete e condivisibili e nell’ottica di un sano e costruttivo spirito di collaborazione, tavolo andato irresponsabilmente disatteso da chi è chiamato a dare risposte.
Il lavoro di assistenza nelle strutture si rivolge ad anziani, persone fragili con deficit motori ed intellettivi, categorie tra le più fragili che il sistema assistenziale possa annoverare va pertanto sottolineato l’alto senso di responsabilità di operatori e gestori di strutture che, dovendo garantire continuità di assistenza, intendono considerare quella dello sciopero come ultima ratio.
E’ altrettanto auspicabile che le istituzioni e la politica ritrovino lo stesso senso di responsabilità in un rigurgito di onestà intellettuale e che si adoperino per restituire equa dignità nel riconoscimento di diritti imprescindibili, agli operatori, ai gestori delle strutture e agli assistiti affinchè gli sia garantita la massima cura e attenzione durante la degenza.
La nostra redazione crede fermamente nell’utilità di tenere acceso un faro su queste specifiche istanze e le sostiene. Con puntualità daremo notizia circa l’evolversi della situazione che auspichiamo trovi presto soluzione definitiva.
Bari, 14/02/22
di Redazione