MOVIMPRESE: 332MILA NUOVE ISCRIZIONI NEL 2021 MA NON ANCORA RAGGIUNTI I LIVELLI DI PRE PANDEMIA
Bari, 21 gennaio 2022 – Il miglioramento delle prospettive dell’economia viene confermato dai dati sulla creazione di nuove imprese ma non siamo ancora tornati ai valori precedenti alla pandemia. È quanto emerge dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, l’anagrafe ufficiale delle imprese italiane. Secondo Movimprese – l’analisi statistica realizzata da Unioncamere e InfoCamere – il 2021 si è chiuso con un ritrovato slancio delle attività imprenditoriali che, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare 332.596 nuove iscrizioni (il 14% in più rispetto all’anno precedente).
«La Puglia, con 21.967 nuove iscrizioni e un tasso di crescita rispetto all’anno precedente del 2,06%, è la terza regione del Mezzogiorno per numero di nuove iscrizioni», dichiara Damiano Gelsomino, presidente di Unioncamere Puglia.«Un risultato che, nonostante sconti il prolungato periodo di pandemia, sottolinea l’intraprendenza imprenditoriale delle nostre genti, la voglia, nonostante tutto, di fare impresa, che è ossigeno occupazionale per le comunità».
È la provincia di Bari a registrare il saldo più alto fra iscrizioni e cessazioni ma anche il tasso di crescita 2021 più basso (2.518, 1,71%), seguita da Lecce (2.164, 2,89%), Foggia (1.348, 1,86%), Taranto (993, 1,97%), Brindisi (858, 2,28%).
Iscrizioni Cessazioni Saldo Tasso di crescita 2021
BARI 7.904 5.386 2.518 1,71%
BRINDISI 2.152 1.294 858 2,28%
FOGGIA 4.022 2.674 1.348 1,86%
LECCE 5.126 2.962 2.164 2,89%
TARANTO 2.763 1.770 993 1,97%
Il dato nazionale
Dopo la frenata imposta nel 2020 dal lockdown e dalla fase acuta dell’emergenza Covid, il rimbalzo della natalità non ha però coinciso con un pieno recupero del dato pre-pandemia, mantenendo a livello nazionale un gap di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e di circa 50mila in meno rispetto alla media del decennio ante-Covid.
“I risultati dell’analisi – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici. Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”.
Alla ripresa delle iscrizioni non ha fatto eco il ritorno a un fisiologico flusso di cancellazioni dai registri camerali. Come rilevato da Movimprese fin dall’inizio della pandemia, anche nel 2021 le sospensioni o le restrizioni all’esercizio di diverse tipologie di attività economiche determinano un effetto “surplace” nelle chiusure di aziende. Le 246mila cessazioni di attività rilevate tra gennaio e dicembre dello scorso anno costituiscono il valore più basso degli ultimi quindici anni, persino più contenuto di quello già record registrato nel 2020.
Il saldo annuale è quindi positivo e pari a +86.587 unità, ancora influenzato dagli effetti della congiuntura sanitaria. In particolare, la perdurante tendenza alla contrazione del flusso delle cancellazioni suggerisce molta cautela nella valutazione degli scenari di medio termine dell’evoluzione della struttura imprenditoriale del Paese.
Il Mezzogiorno
È l’area del Paese che registra nel 2021 il maggior numero di iscrizioni: quasi 109mila le nuove imprese nate lo scorso anno, a fronte di circa 72mila cessazioni. Il risultato mostra un saldo positivo di poco meno di 37mila unità, che per un terzo si deve al risultato della Campania (+12.732) e della Puglia (+7.881). Il Nord Ovest segna un incremento dello stock di imprese di oltre 20mila unità, grazie a 91mila iscrizioni e 70mila cancellazioni. A spiccare in quest’area è la Lombardia con 14mila imprese in più in un anno. A seguire il Centro, con un saldo complessivo di poco meno di 20mila imprese dovuto a 72mila iscrizioni e 52mila cessazioni. Il Lazio traina la cresciuta di imprese tra le regioni centrali, con 14mila imprese imprese in più. Il Nord Est, infine, registra il minor incremento dello stock di imprese (oltre 9mila unità), differenza tra 60mila iscrizioni e 51mila cessazioni. Veneto ed Emilia Romagna le regioni con i saldi più elevati.
Tab. 1 – Serie storica dei principali indicatori di nati-mortalità delle imprese – Anni 2007-2021
Valori assoluti e percentuali
ANNO | Iscrizioni | Cessazioni* | Saldo | Tasso di crescita annuale |
2007 | 436.025 | 390.209 | 45.816 | 0,75% |
2008 | 410.666 | 374.262 | 36.404 | 0,59% |
2009 | 385.512 | 368.127 | 17.385 | 0,28% |
2010 | 410.736 | 338.206 | 72.530 | 1,19% |
2011 | 391.310 | 341.081 | 50.229 | 0,82% |
2012 | 383.883 | 364.972 | 18.911 | 0,31% |
2013 | 384.483 | 371.802 | 12.681 | 0,21% |
2014 | 370.979 | 340.261 | 30.718 | 0,51% |
2015 | 371.705 | 326.524 | 45.181 | 0,75% |
2016 | 363.488 | 322.134 | 41.354 | 0,68% |
2017 | 356.875 | 311.165 | 45.710 | 0,75% |
2018 | 348.492 | 316.877 | 31.615 | 0,52% |
2019 | 353.052 | 326.423 | 26.629 | 0,44% |
2020 | 292.308 | 272.992 | 19.316 | 0,32% |
2021 | 332.596 | 246.009 | 86.587 | 1,42% |
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
(*) Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate In ciascun periodo
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
di Redazione