«Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia». Nei famosi versi dell’Amleto, William Shakespeare lancia un monito alla conoscenza del mondo, attraverso l’esortazione del Principe all’amico Orazio. Se cielo, terra, sogni e filosofia sono alla base dell’estetica del Bardo, il fluire del tempo e la fascinazione musicale si possono fondere mirabilmente con questi elementi, in un contrappunto magico. Tutto ciò accade in «Shakespeare in Drum», il progetto audiovisivo, prodotto e ideato dall’etichetta discografica indipendente DAD Records, in collaborazione con le associazioni culturali «Amoroso» e «Linea d’Onda». Nato nel 2020 come un concerto teatrale (realizzatosi a Bari nel chiostro della Chiesa Redentore), Shakespeare in Drum si materializza oggi in un videoclip ricercato e ad alta definizione, lanciato sulle piattaforme e i canali social di Dad Records nell’ottobre 2021, con il sostegno della Programmazione Puglia Sounds Record 2020-2021 (all’interno del bando della Regione Puglia «FSC 2014-2020 Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro»): protagonisti sono l’attrice Nunzia Antonino, i musicisti e percussionisti Filippo Lattanzi e Francesco D’Aniello (marimba, vibrafono), e il violoncellista Giovanni Astorino, con la regia di Carlo Bruni. Una produzione audio-video di Danilo Maggi, produzione esecutiva di Anna Lisa Pisanu (con la collaborazione di Gioacchino De Padova e Gianvincenzo Cresta).
Shakespeare in Drum reca nel titolo un gioco di parole che spiega in sintesi il nucleo creativo del progetto: fondere il dramma e il ritmo musicale e percussivo, come un respiro unico che rapisce l’ascolto. I testi scespiriani, declamati dalla voce recitante di Antonino (i Sonetti nn. 15, 65, 10, 75, 140, 129, 109, 110, 116, oltre ad un brano tratto dalla tragedia Romeo e Giulietta) si fondono così con le musiche di Iannis Xenakis (Rebonds B per percussion solo), Johann Sebastian Bach (Sarabanda per violoncello, dalla Cello Suite n.3 BWV 1009, e Corale BWV 244/62 nell’arrangiamento per marimba, percussioni e violoncello), Andy Akiho (21, Duetto per violoncello, marimba, percussioni e elettronica), Jacob Ter Velhuis (Goldrush perduo di percussioni), Giovanni Sollima (Hell 1, arrangiamento per violoncello marimba e percussioni).
«Se Shakespeare in drum nasce come concerto teatrale – spiega il regista Carlo Bruni -, nel realizzarlo ci è stata subito chiara la sua forza visuale, frutto del rapporto fra gli esecutori e il paesaggio disegnato dalla strumentazione coinvolta. E se del suono e della parola avevamo previsto gli esiti, non altrettanto eravamo pronti a quella miscela esplosiva. Così, allo sguardo della telecamera vogliamo affidare un’esplorazione dettagliata di questo mondo, per rivelarne l’anima segreta. La stessa che porta lo sguardo di un bambino a riconoscere la vita in quanto inerte. Il volo di una bacchetta da un tasto all’altro della marimba, il ciclico scorrere di un archetto sul violoncello e poi la sorpresa di un verso del Bardo, perfettamente a suo agio fra il suono di un gong e il secco insistere di un block. Un viaggio in cui la voce di Shakespeare si fa guida nel mondo delle percussioni».
L’incedere delle percussioni legate alle arcate del violoncello, da Bach alla musica dei nostri giorni, si intersecano alla perfezione con la profondità dei Sonetti di Shakespeare: come il battito di un cuore che non può mai essere troppo regolare, a seconda delle emozioni e delle passioni rivelate. I linguaggi artistici, in Shakespeare in Drum, non sono dunque subordinati tra loro: accade che la musica non enfatizzi una scena, ma assuma un preciso profilo drammaturgico. La voce recitante incontra i ritmi e i suoni delle percussioni senza soluzione di continuità: tutti dialogano con la parola del Bardo nella sua espressione più sensibile, mentre i versi indagano lo scorrere del tempo, l’amore, la bellezza e la caducità della vita, in un afflato epico. In questo intreccio assoluto tra parole e musica, i testi di Shakespeare riguardano anche altri temi eterni, come l’amore corrisposto e il suo contrario, o la preziosità dei figli. Con più di una riflessione sul tempo inarrestabile, in un continuo e virtuoso gioco di contrasti, tra parola e suono.
Dopo il fermo obbligatorio a causa della pandemia, nei prossimi mesi il progetto prenderà corpo in teatri, chiostri e auditorium, nella forma dello spettacolo dal vivo per cui è nato.
Bari, 15/11/2021
di Redazione