Cronaca

TARANTO, PROCESSO EX ILVA: I COMMENTI DEL SINDACO MELUCCI E DEL PRESIDENTE MICHELE EMILIANO ALLA PRONUNCIA DELLA SENTENZA

Sentenza storica non solo per la città di Taranto ma per tutta la Regione. Oggi i giudici si sono espressi con dure condanne nell’ambito del processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ex Ilva negli anni della gestione della famiglia Riva. Ventidue anni di reclusione per Fabio Riva, venti per Nicola Riva, tre anni e mezzo per l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, oltre alla confisca degli impianti siderurgici dell’area a caldo. Questi sono i punti salienti della sentenza pronunziata dalla Corte d’Assise di Taranto per il processo Ambiente Svenduto. 47 gli imputati chiamati a processo che devono rispondere dei reati di disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele suo luoghi di lavoro.

Il sindaco Rinaldo Melucci ha commentato a caldo la sentenza con soddisfazione:

“Siamo commossi, per quelli che abbiamo perduto e per quelli che qui ancora si ammalano. È stata una strage, lunga decenni, per il profitto. Oggi lo Stato italiano riconosce le sofferenze dei tarantini, riconosce gli abusi che si compiono per l’acciaio, da questo momento nessun esponente di Governo potrà più affermare con leggerezza che a Taranto ci si ammala e si muore di più perché consumiamo troppe merendine o troppe sigarette, oppure perché le nostre statistiche e gli studi prodotti negli anni non sono fondati.
Questa sentenza è un macigno  sulle azioni del Governo, non saremo un Paese credibile e giusto se all’interno del PNRR, a partire dall’ex Ilva, non avvieremo una vera transizione ecologica. Torno ad invitare il Presidente Mario Draghi a convocare con somma urgenza il tavolo istituzionale per l’accordo di programma sullo stabilimento siderurgico di Taranto. La richiesta di confisca dell’area a caldo è uno spartiacque per la storia e la struttura stessa del sistema industriale italiano, per i diritti dei cittadini. Mi auguro che il Consiglio di Stato, chiamato presto a discutere la recente sentenza del TAR Puglia, che conferma l’opportunità della mia ordinanza sulla chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva, possa tenere debito conto delle risultanze di questa giornata storica”.

Soddisfazione anche nelle parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha dichiarato:
“La giustizia ha finalmente fatto il suo corso accertando che i cittadini di Taranto hanno dovuto subire danni gravissimi da parte della gestione Ilva facente capo alla famiglia Riva.
I delitti commessi sono gravissimi e sono assimilabili a reati di omicidio e strage non a caso di competenza della Corte d’Assise al pari di quelli per i quali è intervenuta la pesantissima condanna.
La sentenza è un punto di non ritorno che deve essere la guida per le decisioni che il Governo deve prendere con urgenza sul destino degli impianti. Gli impianti a ciclo integrato, che hanno determinato la morte di innumerevoli persone tra le quali tanti bambini, devono essere chiusi per sempre e con grande urgenza per evitare che i reati commessi siano portati ad ulteriori conseguenze e ripetuti dagli attuali esercenti la fabbrica. L’attività industriale attuale a ciclo integrato a caldo va immediatamente sospesa e si deve decidere il destino dell’impianto e dei lavoratori.
La Regione Puglia, parte civile, ha richiesto ed ottenuto la condanna degli imputati e della società al risarcimento dei danni che saranno quantificati in separata sede ottenendo una provvisionale di 100mila euro. E pertanto ha titolo per iniziare una causa civile contro tutti coloro che hanno provocato il danno e contro coloro che eventualmente stanno continuando a cagionare danni ambientali e alla salute.
Non ci arrenderemo mai alla sottovalutazione colpevole della tragica e delittuosa vicenda ex Ilva e agiremo su tutti i fronti che le normative italiane ed europee ci concedono. Sarà guerra senza quartiere a tutti coloro che in ogni sede hanno colpevolmente sottovalutato o agevolato i reati commessi.
Per quanto riguarda il risarcimento che la Regione Puglia deve assicurare per fatti accaduti prima della attuale amministrazione, siamo pronti a far fronte alla richiesta risarcitoria ove essa sia confermata dalla sentenza definitiva.
Siamo consapevoli però che la Regione Puglia dal 2005 in poi è stata l’unica istituzione ad aver concretamente agito per fermare quella scellerata gestione della fabbrica, almeno fino a quando non è stata estromessa per legge da ogni possibilità di intervento sui controlli ambientali, con leggi nazionali che hanno fatto eccezione alle regole in vigore per il resto d’Italia”.

Taranto, 31/05/2021

di Redazione