MOZIONE DI MINORANZA SU EX ILVA E SIDERURGIA, MEMORIA DEL SINDACO MELUCCI PER I SENATORI PD
Un contributo importante, sostanziale, è quello fornito dal sindaco Rinaldo Melucci ai parlamentari PD che discuteranno una mozione di minoranza presentata in Senato, riguardante anche l’ex Ilva di Taranto.
Con una corposa memoria che ripercorre atti e azioni posti in essere dall’amministrazione Melucci, il primo cittadino ha segnalato alcuni punti qualificanti di un eventuale piano nazionale dell’acciaio che, con particolare riguardo alla situazione ionica, non potrebbe prescindere da un accordo di programma che sancisca definitivamente la necessità di una transizione, finanziata con le risorse del Recovery Fund, verso modelli produttivi più sostenibili (chiusura dell’area a caldo e decarbonizzazione totale, per citare gli aspetti più importanti) e la prioritaria esigenza di tutela della salute dei cittadini e della qualità degli ecosistemi.
«Un piano nazionale dell’acciaio – scrive il primo cittadino – è credibile ed efficace se tiene al centro questa autodeterminazione delle comunità locali, che si è ormai esplicitata attraverso lunghi ed animati percorsi partecipativi e che travalica le stesse differenze politiche tra gli attori in campo e ciò, senz’altro, finirà per pesare più di un accordo sindacale o della pressione di qualche segmento manifatturiero nazionale».
Il sindaco Melucci, citando le esperienze produttive che in Europa hanno già abbracciato modelli alternativi, fa riferimento all’esercizio da parte dello Stato del “golden power” (potere speciale per tutelare l’interesse nazionale in settori strategici) come a un’occasione per garantire «la sorveglianza del rispetto dei principi costituzionali e delle attuali politiche comunitarie». Di conseguenza, l’ipotesi della reintroduzione di uno scudo penale sarebbe tutt’altro che conciliabile con le azioni di soggetti privati che, già dal 2018, hanno dimostrato di non volersi ispirare a quei principi.
Contestualmente, quanto deciderà il Consiglio di Stato il prossimo 13 maggio, rispetto all’ordinanza sindacale del 27 febbraio 2020 per fermare le fonti inquinanti, non inciderà in alcun modo sul sentimento dell’Amministrazione comunale, «che non tornerà indietro e non consentirà ad alcun livello che sia fatto ulteriore scempio della salute e dei diritti dei tarantini».
Taranto, 14/04/2021
di Redazione