“ANCHE IN PUGLIA LA LEGGE SULLA PARITA’ SALARIALE E IL SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE FEMMINILE”
Anche in Puglia la Legge sulla parità salariale e il sostegno all’occupazione femminile. L’ho posto tra gli obiettivi strategici del Consiglio regionale a inizio d’anno e intendo darvi attuazione. Consulterò nei prossimi giorni le associazioni e gli organismi di parità e la porterò in Consiglio.
Ho visto con piacere che ieri la IX Commissione Lavoro e Pari Opportunità del Consiglio regionale del Lazio, su proposta della bravissima collega Eleonora Mattia sostenuta da Matria, la rete fondata dalla giornalista Annamaria Ferretti che unisce donne del Sud Italia e Isole, ha approvato la normativa sullo stesso tema. È fondamentale per il nostro Paese.
Una legge quadro sul lavoro femminile che metta in campo strumenti per l’attuazione della parità retributiva, per l’inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Con incentivi alle imprese che assumono donne a tempo indeterminato; all’imprenditoria femminile, come abbiamo fatto noi in Puglia con il bando Nidi – Nuove Iniziative d’Impresa quando ero Assessore allo Sviluppo economico, che prevedeva che le donne avessero sempre il requisito per accedere al finanziamento; un microcredito di emergenza per chi è in condizione di disagio (quante donne subiscono violenze domestiche e non vanno via da casa perché non saprebbero come pagare l’affitto!); strumenti per la conciliazione famiglia-lavoro, per la rappresentanza equa di donne e uomini nelle posizioni di vertice.
Insomma è evidente che noi donne abbiamo meno opportunità di occupazione, la metà dello stipendio e un reddito decisamente più basso rispetto agli uomini.
Ancora oggi, nel 2021.
Ed è facile riempirsi la bocca, difficile, invece, è rendere una circostanza dialettica azione concreta.
In Puglia vogliamo provarci. Come Presidente del Consiglio sento l’urgenza e il dovere di farlo, di dare valore e promuovere sempre più la presenza femminile, nelle Istituzioni come nelle imprese, anche per questo sto lavorando all’istituzione della Rete regionale delle donne elette, prevista dalla Legge Regionale n.7 del 2007 e sul punto finora mai attuata.
Certo la pandemia non ha aiutato, al contrario, ha fotografato una situazione allarmante: in Italia, nel 2021, su 101mila nuovi disoccupati 99mila sono donne e quelle del Sud sono state le più penalizzate: sono 171mila le donne lavoratrici che, tra aprile e giugno del 2020, hanno perso il lavoro. Praticamente il Covid ha spazzato via l’80% dei posti faticosamente conquistati dalle donne dopo la doppia crisi finanziaria (fonte Svimez). Ma proprio per questo non si può rimanere in trincea, questi dati ci dicono chiaramente che la diseguaglianza di genere è una vera e propria emergenza e che non è affatto seconda alla pandemia da covid.
Tuttavia, questa crisi può essere una vera opportunità, forse la più grande della storia d’Italia dal secondo dopoguerra. È indispensabile e inderogabile, però, affrontare le sfide del futuro all’interno di una nuova architettura politica che investa sulle donne che possono e devono essere il motore del rilancio sociale ed economico.
D’altra parte “pari opportunità” significa creare politiche pubbliche, migliori condizioni perché il potenziale delle donne possa esprimersi senza ostacoli e condizionamenti, predisporre strumenti normativi e politiche efficaci. Perché prescrivere quote rosa o soglie minime è stato e continua a essere senz’altro utile ma non basta, dobbiamo arrivare a conquistare un criterio fondato esclusivamente sulle capacità, sulle competenze e sul merito. Intervenendo sulla legislazione quando serve e contemporaneamente sulla cultura.
Perché fare le battaglie da sole non serve, gli uomini devono essere coinvolti in ogni passo. Come non basta la donna sola al comando e in questo dovremo essere brave noi donne a lavorare sempre di più insieme. Perché è la parola insieme che funziona, perché da soli non c’è stata, non c’è, e non ci sarà mai storia.
Bari, 24/03/2021
di Redazione