PER BARI UN PIANO STRATEGICO DI SOSTENIBILITA’ EFFICACE DEVE PASSARE DALLA RIQUALIFICAZIONE DEI FONDALI DEL SUO MARE
Nei giorni scorsi, presso il molo di Sant’Antonio, hanno avuto inizio le operazioni di rimozione dei relitti di barche, fortemente volute dall’assessore Pietro Petruzzelli.
Il Risultato del sopralluogo eseguito dai consiglieri della commissione “qualità della vita del I Municipio ha fatto emergere purtroppo che ci sono altre 3 barche abbandonate sullo stesso molo (cosa evidenziata dagli stessi pescatori), che saranno rimosse nei prossimi giorni.
“Si ringrazia per la presenza il Comandante della Capitaneria di porto Pallotti , gli agenti della polizia locale il Presidente AMIU Sabino Persichella e i referenti delle due cooperative dei pescatori del molo Sant’Antonio e San Nicola.
Il Comandante della Capitaneria Pallotti si è impegnato con la Commissione del I municipio che nel mese di aprile con l’ausilio di un nucleo speciale di sommozzatori provvederà a fornire, una intera mappatura marina del tratto che va dal molo Sant’Antonio al molo San Nicola che constaterà la eventuale presenza di relitti affondati in mare. Successivo passaggio sarà organizzare un tavolo di concertazione tra: Regione, Comune, Municipio I, Polizia Locale, Capitaneria di Porto, Rappresentanti cooperative pescatori.
Noi ci siamo per il rispetto dell’ambiente ed una migliore qualità della Vita.” questo è il commento di Giuseppe Corcelli consigliere Municipio I, Commissione ” Risorse e qualità della vita” subito dopo il sopralluogo.
Una incisiva valorizzazione del territorio deve riuscire a creare le necessarie sinergie tra bellezze naturali e valori identitari garantendo la salvaguardia delle sue risorse naturali. La città di Bari, grazie alla riqualificazione urbana che negli anni ne ha decretato il rilancio turistico mondiale, è oggi una delle città più desiderate in un concetto di turismo destagionalizzato che, fino allo tsunami pandemia, ha sempre avuto un grafico in salita. Ma le sue immense risorse naturali di bellezza non possono prescindere dall’importanza dell’elemento conservativo e, le opere di riqualificazione del lungomare devono poter prevedere il recupero del fondale marino.
Ora che anche l’Europa ce lo impone con i piani strategici di sostenibilità una responsabile politica territoriale deve saper ascoltare il grido di allarme dei pescatori che da anni denunciano il degrado del tratto marino compreso tra il molo di San Nicola fino al molo di Sant’Antonio, prevedere i fondi necessari per le opere necessarie di riqualificazione di quei fondali può significare la salvaguardia delle attività di pesca per il futuro di tanti operatori del settore e la restituzione ai cittadini di una mare in salute.
Bari, 20/03/2021
di Redazione