Dopo le iniziative del 28 febbraio scorso la mobilitazione continua, qui di seguito pubblichiamo nota stampa redatta dal Comitato che coinvolge Puglia e Basilicata.
“Esprimiamo grande soddisfazione per la larga partecipazione registrata nelle manifestazioni
coordinate che si sono svolte domenica 28 febbraio in 5 comuni (Altamura, Gravina in Puglia, Laterza,
Matera e Oppido Lucano) potenzialmente interessati dall’ubicazione di un Deposito nazionale di scorie
nucleari. Mobilitazione indetta dal Comitato No Scorie Puglia e Basilicata, con l’adesione di ben 150
comitati, associazioni e sindacati e che ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini, ma
anche di rappresentanti istituzionali, e che certamente ha raggiunto gli obiettivi prefissati:
ferma protesta contro lo scellerato percorso adottato dalla Sogin e puntuale e corretta
informazione delle comunità.
Vogliamo per questo ringraziare tutte e tutti coloro che con il loro impegno hanno reso possibile
questo straordinario risultato, pur in questo difficile periodo di pandemia e con le limitazioni imposte
dal rispetto delle regole, e le tante persone che vi hanno partecipato.
Ora la battaglia continua e più forte sarà il nostro impegno, tanto più dopo che è stato raggiunto un
primo importante risultato con l’allungamento dei termini per la presentazione delle Osservazioni
a 180 giorni, a fronte degli striminziti e capestri 60 giorni previsti dalla Sogin. Osservazioni che
presenteremo anche noi, con il contributo volontario di esperti di diversi settori e delle Comunità
locali. Ma, soprattutto l’impegno continua per rivendicare un diverso percorso attraverso cui
individuare la migliore soluzione possibile.
Siamo consapevoli che c’è necessità di dare soluzione all’annoso problema della messa
in sicurezza delle scorie nucleari in Italia, oggi ospitate in 25 pericolosi centri di stoccaggio
provvisori, come quello della Cemerad a Statte o della Trisaia di Rotondella; ma le soluzioni non
possono non tener conto delle caratteristiche ambientali e socio-economiche dei territori ed essere
basate su indagini tecnico-scientifiche serie e aggiornate.
Per questo sosteniamo la necessità di attivare un percorso realmente trasparente in tutte le sue fasi,
una consultazione democratica reale, la corretta informazione dei cittadini, la gestione affidata ad un
soggetto pubblico indipendente ed imparziale e la possibilità di valutare anche ipotesi alternative
al deposito unico nazionale.
Giova ricordare che persino le “Linee guida sulla consultazione pubblica in Italia”, emanate nel 2017
dalla Presidenza del Consiglio sanciscono che “al fine di favorire una partecipazione la più informata
possibile, il processo di consultazione, deve essere corredato da informazioni pertinenti, complete e
facili da comprendere anche per chi non possiede le competenze tecniche.”
Bari, 09/03/2021